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Martedì, 27 March 2018 15:28

Cividale

LOCALITÀ CIVIDALE – centro storico

Cividale emerge storicamente dalle nebbie del passato per alcuni trasferimenti fondiari operati dal monastero bresciano di Santa Giulia nel corso del XII secolo.

Che il monastero benedettino detenesse a Cividale consistenti beni patrimoniali sembra confermato dalla titolazione a Santa Giulia della sua chiesa parrocchiale, le cui fattezze originarie risultano stilizzate in una mappa del XVI secolo (vedi immagine sottostante). Si tratta del disegno a inchiostro e acquerello, conservato nell’Archivio di Stato di Mantova, tra le “mappe e disegni” del Magistrato Camerale Antico, nel quale sono rappresentate le “Valeti de Cividal”, cioè le terre basse poste lungo il corso del “canal”, storicamente denominate “Le Valli”.

Le caratteristiche ambientali e insieme la vetustà dell’insediamento sembrano trovare conferma nella composizione linguistica del toponimo. “Cividal” potrebbe infatti derivare dalla crasi di due vocaboli: la radice latina “Civitas” (comunità), connotata, nell’Alto Medioevo, dall’aggiunta del suffisso germanico “Dal” (avvallamento, valle). “Civitas-Dal” dunque, e per abbreviazione “Cividal”, assumerebbe così il significato di “Comunità della Valle” o meglio “Valle della Comunità”.

La natura dell’insediamento romano a Cividale, in mancanza di riscontri archeologici e documentari, è solo ipotizzabile. La teoria che nel borgo potesse ravvisarsi il vicus di Bedriacum, citato dallo storico latino Tacito nei suoi Annales (ipotesi circolata fino al XIX secolo, perchè alimentata dalle argomentazioni degli eruditi Charles Rollin e Jean Baptiste Danville), sembra definitivamente tramontata in favore della candidatura di Calvatone, dove recenti campagne di scavo hanno portato alla luce i resti di un vicus di epoca imperiale. Tuttavia, la radice “Civitas” contenuta nel toponimo lascia pochi dubbi al riguardo delle origini di Cividale: un “vicus rusticus”, cioè un insediamento rurale di una certa consistenza, caratterizzato dalla compresenza di agricoltori, artigiani e commercianti, situato su una strada militare importante, la Via Vitelliana, che congiungeva la Via Emilia alla Postumia.

La radice “Civitas” lascia infatti intravedere una condizione politico-amministrativa particolare, determinata dall’essere, forse, il centro principale di un pagus, la minima circoscrizione territoriale romana. Al pagus, in epoca tardo antica, facevano capo la manutenzione delle strade, la gestione dei beni comuni (pascoli e boschi) ed in genere l’organizzazione amministrativa del territorio di competenza.

Nella pianura alluvionale pochi siti, come Cividale, presentavano naturalmente caratteristiche orografiche tali da essere fortificabili con pochi mezzi: per questo motivo, e per il fatto di trovarsi su una strada di grande comunicazione, la via Vitelliana, la borgata dovette sopravvivere al crollo dell’impero come “ridotto civile” sulla sommità del “promontorio” naturale occupato oggi dalla chiesa parrocchiale. L’insediamento umano doveva conservare una certa valenza se i Longobardi, che in queste zone si stabilirono a partire dalla fine del VI secolo, mantennero per la borgata l’antico appellativo romano di “Civitas” che, nell’Alto Medioevo, designava generalmente un centro amministrativo-giudiziario, governato da un gastaldo, il funzionario di nomina regia con giurisdizione su un distretto territoriale. Cividale è impensabile come sede di gastaldato, che, a detta dell’Astegiano, esisteva invece a Sabbioneta; il borgo, però, poteva ospitare un funzionario minore dipendente dal gastaldo: uno sculdascio o un decano?

La connotazione data dal suffisso germanico “dal” (valle), aggiunto alla radice del toponimo proprio dai Longobardi, è invece indicativa della natura e delle precarie condizioni idrauliche determinate dal progressivo abbandono della campagna seguito alla dissoluzione del mondo romano. La “Civitas-dal” longobarda contrattasi nel medievale ”Cividal” rimase così ad indicare il borgo nei secoli a venire.